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Le ex-enclaves di Cooch Behar

Testo: Vito La Colla
Posizione di Cooch Behar   Al confine fra il Bangladesh e l'India, era presente fino a pochi anni fa una curiosa situazione. Decine e decine di enclaves, piccole e grandi, nel distretto di Cooch Behar, non lontano dal Nepal e dal Golfo del Bengala.

   Villaggi induisti appartenenti all'India e villaggi musulmani, appartenenti al Bangladesh, erano forse all'origine di questa suddivisione politica che ha formato tutte queste enclaves. Inoltre ci sono altre curiosità geografiche più strane ancora, come vedremo.

   In seguito al Land Boundary Agreement del 2015 fra Bangladesh ed India questa situazione è stata risolta con lo scambio dei territori inclusi nei due Paesi, dando la possibilità ai cittadini di ogni enclave di rimanere nelle loro case cambiando al contempo Stato oppure di spostarsi in una nuova area. Dall'1 Agosto, in seguito all'entrata in vigore dell'accordo, il Bangladesh ha guadagnato circa 40 Km², in quanto le enclaves indiane occupavano un'area maggiore rispetto a quelle bengalesi.

   La regione dalle numerosissime ex-enclaves prende il nome dalla vicina città di Cooch Behar, situata in India, dove sorgono degli importanti templi. Il territorio è attraversato dall'imponente fiume Tista, che sfocia nel Bramaputra, che a sua volta si getta nel Gange, in territorio bangalese, ma non lontano dall'importante e famosa città indiana di Calcutta (oggi Kolkata).

   Come si vede dalla cartina, in questa zona dell'Asia il territorio dell'India avvolge quello del Bangladesh. Un tempo quest'ultimo faceva parte del Pakistan, e si chiamava Pakistan Orientale, fino al dicembre del 1971, quando si separò dalla propaggine occidentale, più ricca, e che considerava le sue province orientali alla stregua di parenti poveri e un po' imbarazzanti. Si creò così un nuovo Stato, il Bangladesh, per l'88% musulmano.

   ll territorio indiano circonda il Bangladesh da ovest, da nord e da est, lasciando libera solo la parte meridionale, dove il Gange sbocca nell'Oceano Indiano - il Golfo del Bengala - mediante un'enorme foce, popolata da piatte isole, piccole e grandi, dove non raramente vi sono terrificanti mareggiate e inondazioni, con perdita di numerose vite umane.

   Andando a vedere più da vicino la situazione, vi erano 92 enclaves del Bangladesh in India, di cui 21 che si trovavano inserite in exclaves indiane. I distretti indiani dove si trovavano questi pezzetti di territorio bangalesi erano quelli di Cooch Behar e di Jalpaiguri.

Mappa delle enclaves di Cooch Behar   Mentre nel territorio appartenente al Bangladesh erano presenti ben 106 pezzetti di territorio indiano: i paesi di Niphamari, Lalmonirhat, Kurigram e Panchagarh. Tre di queste exclaves indiane si trovavano in altrettante enclaves di pertinenza del Bangladesh.

   La più ampia di queste exclaves indiane accoglieva inoltre nel suo interno ben 10 territori appartenenti al vicino Stato musulmano.

   Ma il bello doveva ancora venire: uno di questi dieci, che era parte del villaggio bangalese "Dahala Khagrabari", aveva nel suo interno una piccola enclave indiana, dal nome Upanchowki Bhajni. Perciò un territorio indiano, contenuto in un'exclave del Bangladesh, che a sua volta si trovava all'interno di un exclave indiana, inserita nel territorio del Bangladesh!

   Pensate poi che la più piccola delle 92 enclavi appartenenti al Bangladesh, Upan Chowki Bhaini, si estendeva per soli 53 m², in pratica un rettangolo lungo 9 metri e largo poco meno di 6.

   Un caso unico al mondo, che testimoniava come, per amore della convivenza pacifica, si era arrivati a creare queste singolarità giuridiche, pur di lasciare certi territori, con le loro usanze e i loro templi, alle popolazioni isolate in Paesi vicini.

   Già nel 1974, con un apposito trattato, i due Stati convenirono di procedere ad una cessione di territori, rettificando il confine, e abolendo molte di queste tessere di mosaico, operando al contempo uno spostamento di abitanti, in maniera da riunirli in aree omogenee per lingua e religione. Sono serviti 30 anni, ma alla fine questo accordo è finalmente stato messo in pratica.

   Si è così risolta questa stranissima situazione, poco nota nel resto del mondo, che ha recato non pochi problemi alle popolazioni di quella zona di confine.

   Nota: la cartina n° 2, che riporta in dettaglio l'intrico di enclaves ed exclaves, non è del tutto precisa, perchè è stato molto difficile ricavare, dalle confuse mappe della regione, l'esatta collocazione dei vari minuscoli territori. Comunque l'idea generale è quella.