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Stranezze geopolitiche: I comuni attorno all'Etna

Testo: Vito La Colla
   Cari amici, esaminando la pianta dei comuni della provincia di Catania, si nota che alcuni territori comunali si arrampicano su su per le pendici dell'Etna, e ben dieci arrivano fino alla vetta.

Mappa amministrativa dei comuni dell'Etna   Guardando la cartina che evidenzia i confini comunali, si nota, in prossimità della vetta (metri 3.326), una suddivisione fra i dieci territori comunali, che richiama alla memoria una torta tagliata in tante fettine, le cui punte si incontrano al centro.

   I dieci comuni interessati sono, partendo da est e procedendo in senso orario, Zafferana Etnea, Nicolosi, Belpasso, Biancavilla, Adrano, Bronte, Maletto, Randazzo, Castiglione di Sicilia e Sant'Alfio.

   Addirittura, siccome il territorio comunale di Bronte, curiosamente, giunge alla vetta in due punti distinti (è interrotto dal territorio di Maletto), a ben vedere i vertici che toccano la vetta sono undici, suddivisi fra dieci comuni.

   Curioso osservare la lunga scheggia di territorio, il comune di Belpasso, che dalla vetta scende verso sud, fino a incontrare il confine con la provincia di Siracusa.

   Altri, che sono Linguaglossa, Piedimonte Etneo e Paternò, arrivano a circa quattro chilometri dalla vetta. Vi sono poi altri territori comunali, che gravitano attorno alla cima, ma ne rimangono sostanzialmente lontani, come Santa Maria di Licodìa, Pedara, Trecastagni, Milo.

   In tutto, i comuni della provincia di Catania sono 58, non molti, se paragonati ai 108 della confinante provincia di Messina, che ha solo i due terzi della popolazione della provincia confinante.

   Queste aree comunali sulle pendici del vulcano sono evidentemente impraticabili, brulle e deserte. Panorami di colate laviche storiche - segnate sulle carte topografiche con l'anno dell'eruzione - di massi posati qua e là, di concavità, di antichi crateri, di picchi e vette minori. Però, com'è noto, tutto il territorio dello Stato dev'essere attribuito a diverse entità amministrative - regioni, province e comuni - e pertanto non vi puo' essere un determinato territorio, anche se non abitato e addirittura ostile, che non ricada sotto l'amministrazione, almeno formale, di qualche comune. Non vi sono, infatti, "territori nullius", abbandonati, amministrativamente, a sè stessi.

   Inoltre forse a un comune conviene avere un territorio ampio, anche se in parte non controllabile o accessibile, per ottenere probabilmente agevolazioni economiche, o comunque trovarsi, nella graduatoria della superficie, in posizione privilegiata.

   La stessa cosa avviene in altri territori montani, alpini o appenninici, ma il caso dell'Etna, con la sua vetta unica, che si trova al centro di una corona di paesi anche importanti, è un caso a sè.

   Ed è anche, riflettendoci, una rarissima curiosità: l'unico punto del territorio della Repubblica nel quale confluiscono i territori di dieci comuni diversi.

   Conviene, per rendersi conto di questa strana e poco conosciuta situazione, osservare la cartina allegata, preparata con un certo impegno: si noteranno le lingue di terra, che finiscono, spessissimo con un'esile punta, proprio sul cratere della "Montagna" (così la chiamano i catanesi), e l'impressione ricevuta è piuttosto strana. Un'anomalia di geografia politico-amministrativa, che sembra non tenere conto della reale condizione di queste pendici, drammaticamente impraticabili, e maestose nella loro apparenza orrida e selvaggia.