Home > Mondo > Oceani > Oceano Indiano
Condividi su

Oceano Indiano

OCEANO INDIANO IN SINTESI

Superficie 73.600.000 Km²
Volume 292.100.000 Km³
Profondità media 3.890 m
Profondità massima 7.725 m (Fossa della Sonda)
Continenti Africa, Antartide, Asia, Oceania
Mari principali Mar Arabico, Golfo del Bengala, Mare delle Andamane, Mar delle Laccadive, Canale del Mozambico
Isole maggiori Madagascar, Sumatra, Giava, Ceylon
L'isola di Komodo in Indonesia   Con una superficie complessiva di 73.600.000 Km² è il più piccolo dei 3 Oceani comunemente considerati (escludendo l'Oceano Artico o Mar Glaciale Artico e l'Oceano Antartico), ma comunque oltre 29 milioni di chilometri quadrati in più dell'Asia, il continente più esteso; si sviluppa fra l'Africa ad ovest, l'Asia a nord e l'Oceania ad est.

   In conseguenza della sua minor area è anche l'Oceano con meno estensione da nord a sud, ma ha una larghezza maggiore rispetto all'Atlantico; il nome è collegato all'India, il maggiore dei Paesi che bagna, ed è così conosciuto fin dai tempi delle prime spedizioni portoghesi che oltrepassarono il Capo di Buona Speranza per raggiungere le ricche Indie Orientali.

   La profondità media dell'Oceano Indiano è di 3.890 metri, mentre quella massima è circa il doppio e viene raggiunta nella Fossa della Sonda, depressione oceanica lunga oltre 3.200 chilometri che parte ad ovest delle Isole Andamane, proseguendo poi a sud di Sumatra e Giava fino alle Piccole Isole della Sonda, da cui prende il nome; il punto più profondo, l'abisso Planet (7.725 m) si trova poco più di 300 chilometri a sud della città indonesiana di Yogyakarta.

   L'Oceano Indiano si suddivide in altri mari marginali, posti nelle sue aree periferiche, fra cui i più noti sono il Mar Arabico, delimitato dalle due penisole somale ed arabica, oltre che da Iran, Pakistan ed India, il Golfo del Bengala, ad est di India e Sri Lanka e che bagna anche Bangladesh e Myanmar, il Mare delle Andamane poco più a sud, che tocca oltre all'appena citato Myanmar anche Thailandia, Malaysia e l'isola indonesiana di Sumatra, il Mar Rosso, dalla forma molto allungata e stretto fra Penisola Arabica ed Africa (Egitto, Sudan, Eritrea) ed il Golfo Persico, ricchissimo di giacimenti di idrocarburi che ha permesso un grande sviluppo economico ai Paesi che vi si affacciano, quali gli Emirati Arabi Uniti ed il Qatar.

   La maggiore isola presente nell'Oceano Indiano è il Madagascar, che occupa il quarto posto nella graduatoria mondiale ed è l'unica di buone dimensioni in Africa, seguono poi le due isole indonesiane di Sumatra e Giava, con quest'ultima che è l'isola più popolata del Pianeta; un'altra isola di buone dimensioni è Ceylon, che costituisce la quasi totalità dello Sri Lanka, mentre sono molto più piccoli alcuni arcipelaghi che però sono diventati fra le mete esotiche più ricercate e desiderate, le Maldive e le Seicelle.

   Il più lungo fiume con foce in questo Oceano occupa solamente il 18° posto a livello mondiale, si tratta dell'Indo, che nasce in Cina, prima di continuare in India ed infine Pakistan; anche gli altri corsi d'acqua maggiori, il Brahmaputra ed il Gange toccano l'India, oltre al vicino Bangladesh, mentre poco più ad est troviamo il Salween e sempre in Asia l'Eufrate, che termina il suo corso nel Golfo Persico; citiamo infine lo Zambesi, quarto fiume d'Africa per lunghezza.

   I due Paesi più estesi che sono bagnati dall'Oceano Indiano sono l'Australia e l'India; in Asia abbiamo inoltre, fra quelli maggiori, Arabia Saudita, Iran, Pakistan, Indonesia, Thailandia e Myanmar, mentre in Africa troviamo, oltre al già citato Madagascar, il Sudafrica, il Mozambico, la Tanzania, il Sudan e l'Egitto; la capitale dell'Indonesia Giacarta, la seconda metropoli più popolata del Mondo, è la maggiore città che si affaccia su questo Oceano, davanti a Mumbai in India; le altre città principali sono Karachi in Pakistan, Chennai in India, Dubai negli Emirati Arabi Uniti, Dar es Salaam in Tanzania, Durban in Sudafrica e Perth in Australia.

   I cicloni tropicali nell'Oceano Indiano erano di norma meno frequenti e violenti rispetto a quelli degli altri due Oceani, ma negli ultimi anni il rapido riscaldamento delle acque di diverse aree di questo Oceano hanno portato ad un inasprimento dei fenomeni, con conseguenze gravi soprattutto per India e Bangladesh; il 26 dicembre del 2004 un potentissimo terremoto di magnitudo 9,1 della scala Richter, con epicentro al largo di Sumatra, originò un maremoto che colpì le coste di numerosi Stati e che costò la vita a circa 300.000 persone, specialmente in Indonesia, Sri Lanka, India e Thailandia.